LE PUNTURE DI INSETTI
LE PUNTURE DI INSETTI
Gli insetti che pungono appartengono all'ordine degli Imenotteri. I veleni di Imenotteri provocano reazioni tossiche locali in tutti i soggetti e reazioni allergiche soltanto in quelli predisposti precedentemente sensibilizzati. La gravità dipende dalla dose di veleno e dall'entità della precedente sensibilizzazione.
I principali sottogruppi degli Imenotteri sono: Apidi (come ad esempio le api), Vespidi (come ad esempio le vespe e i calabroni), Formicidi (come ad esempio le formiche rosse non alate).
Gli apidi di solito non pungono a meno che non vengano provocati e tipicamente pungono una volta. A seguito della puntura lasciano nella ferita il loro pungiglione uncinato introducendo il veleno e causando la morte dell'insetto.
I pungiglioni dei vespidi hanno pochi uncini e non rimangono nella cute, per cui questi insetti possono infliggere più punture.
SINTOMATOLOGIA
I veleni di apidi e vespidi sono diversi tra loro, contengono vari componenti e possono causare due tipi di effetti: una tossicità diretta locale e una tossicità sistemica, cioè generalizzata. La reazione dipende anche dal numero delle punture, dal sito della puntura, dall’età del soggetto e da eventuali altre patologie concomitanti. Le punture più gravi sono quelle al capo ed al collo.
Le reazioni locali alle punture degli apidi e dei vespidi consistono in bruciore immediato, dolore transitorio e prurito, con eritema, gonfiore e indurimento di un'area estesa attorno alla sede di inoculo. Il gonfiore e l'eritema solitamente raggiungono il massimo entro 48 h, possono persistere per 1 settimana e possono coinvolgere un'intera estremità.
La tossicità sistemica si può manifestare gradualmente dopo pochi minuti dalla puntura con i sintomi sopra indicati (dolore, bruciore e prurito) a cui si aggiungono orticaria, sintomi gastro-intestinali, respiratori e cardiovascolari. Si può arrivare allo shock anafilattico.
Altri sintomi che possono manifestarsi dopo la puntura di un’ape o di una vespa e che devono comunque mettere in guardia e far sospettare una reazione allergica sono insensibilità agli arti, mal di testa persistente e vertigini.
COME PREVENIRE LE PUNTURE DI INSETTI
- ispezionare i luoghi intorno al posto di lavoro (o all’abitazione) nei quali ci possa essere un nido di vespidi
- affidare a personale specializzato la bonifica di eventuali alveari o nidi presenti in casa o nelle vicinanze
- tenersi lontani da alveari, soprattutto in caso di cattivo tempo.
- gli apicoltori, quando si avvicinano agli alveari, devono indossare maschere protettive, tute e calzature adeguate
- se si lavora in campagna o in giardino, coprirsi adeguatamente con cappelli, guanti, pantaloni lunghi, camicie a manica lunga e idonee calzature
- non indossare abiti larghi di colori vivaci, blu o nero
- non camminare a piedi nudi
- evitare l’uso di spray per capelli e cosmetici profumati (deodoranti, creme solari, shampoo), perché potrebbero attirare gli imenotteri
- evitare di spostare tronchi d’albero o ceppi, perché potrebbero contenere nidi di vespidi
- evitare di cucinare all’aperto o lasciarvi bevande e alimenti incustoditi
- evitare di bere direttamente dalle lattine di bibite lasciate aperte, per la possibilità che vi sia entrata qualche vespa
- conservare i rifiuti ben chiusi e spruzzare con insetticida i bordi delle pattumiere
- quando si pratica attività lavorativa ad alto impegno cardiocircolatorio o in ambienti molto caldi usare cautela, perché il sudore e l’anidride carbonica eliminata con la respirazione attirano gli imenotteri
- in presenza di imenotteri cercare di mantenere la calma, evitare movimenti bruschi e urla, non cercare di schiacciarli, ma allontanarsi lentamente.
COSA FARE IN CASO DI PUNTURA DI ZECCA
Le punture di zecche in genere avvengono in primavera ed estate e sono indolori. La grande maggioranza non si complica e non trasmette malattie. Tuttavia, esse spesso causano una papula rossa nella sede del morso e possono indurre ipersensibilità o reazioni granulomatose da corpo estraneo. Le zecche in alcuni casi sono in grado di trasmettere infezioni sostenute da vari agenti; tra questi ricordiamo la Borrelia Burgdoferi che provoca una patologia denominata malattia di Lyme. La malattia di Lyme è la più importante malattia vettore-trasmessa in Europa e negli Stati Uniti.
In caso di puntura, rimuovere la zecca il prima possibile: il modo più sicuro per rimuovere una zecca è utilizzare pinzette a punta fine, o altro strumento idoneo alla rimozione.
Di seguito alcuni consigli da seguire:
- afferrare la zecca più vicino possibile alla cute e tirare lentamente con decisione verso l’alto, dal momento che l’apparato boccale della zecca lasciato nella cute può causare un’infezione locale
- per rimuovere la zecca, non utilizzare sostanze a base di petrolio, aghi arroventati o altri prodotti per accelerare la rimozione, in quanto ciò determinerebbe il rigurgito della zecca e, quindi, una probabile trasmissione dell’agente infettante eventualmente presente
- dopo la rimozione della zecca, disinfettare o lavare con acqua e sapone la zona della puntura, controllandola per diverse settimane per eventuali cambiamenti
In caso di malessere contattare il medico, informandolo di eventuali punture di zecca o se si è recentemente trascorso del tempo in spazi aperti.
COSA FARE IN CASO DI PUNTURA IN SOGGETTI ALLERGICI
Tutti i soggetti sensibilizzati dovrebbero portare con sé una fiala di Adrenalina autoiniettabile.
In caso di puntura:
- cercare di allontanarsi il più velocemente possibile ma con la dovuta cautela dal luogo dell’incidente
- se il pungiglione è rimasto conficcato nella cute (soltanto in caso di puntura di ape), rimuoverlo immediatamente raschiandolo con le unghie o con una lama, evitando di schiacciare il sacco velenifero tra le dita
- è bene controllare immediatamente l’orario, può essere utile per valutare il tempo di comparsa della sintomatologia
- il dolore, il bruciore e il prurito possono essere ridotti mettendo un cubetto di ghiaccio avvolto in una pezza sulla puntura il più presto possibile
Se si è soli, cercare di raggiungere al più presto un luogo abitato o un posto di pronto soccorso, ai primi sintomi segnalare al 118 la propria condizione e posizione.
Se si è in compagnia, informare immediatamente chi ci è vicino e insieme avviare le procedure precedenti.
In caso di comparsa di uno o più dei seguenti sintomi: senso di costrizione alla base della lingua con difficoltà a deglutire, cambio del tono della voce o difficoltà a respirare, disturbi della vista, vertigini, calo della pressione arteriosa, tosse, difficoltà a respirare, forti dolori addominali, vomito o diarrea, praticare una dose di Adrenalina autoiniettabile secondo le modalità indicate dal proprio medico.
COME SOMMINISTRARE ADRENALINA AUTOINIETTABILE
1 - estrarre l’autoiniettore dal tubo protettivo,
2 - impugnarlo tenendo la mano più vicina al tappo azzurro di sicurezza.
3 - togliere il tappo azzurro facendo attenzione a non toccare l’altra estremità arancione, dalla quale fuoriuscirà l’ago
4 - dirigere l’iniettore con la punta arancione verso la parte esterna della coscia (regione antero-laterale) con un angolo di 90°)
5 - appoggiare con forza la punta sulla coscia ed esercitare una pressione decisa, anche attraverso i vestiti (si sentirà lo scatto dell’ago)
6 - mantenere la pressione per 10 - 20 secondi per favorire l'iniezione del farmaco.
7 - massaggiare la zona di iniezione.
8 - successivamente, riporre la siringa usata nel suo tubo protettivo.
Dopo l’autosomministrazione di Adrenalina, chiamare il 118 oppure recarsi al pronto soccorso e portare con sé l’iniettore usato. Consegnarlo al medico.
E’ necessario raggiungere rapidamente un presidio di pronto soccorso per completare la terapia antiallergica, perché l’adrenalina ha un’azione rapida ma di breve durata e va associata ad altri farmaci.
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