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USO DEFIBRILLATORE


PERCHE' E' COSI IMPORTANTE

L’arresto cardiaco è un’emergenza medica che, se non fronteggiata e risolta prontamente, risulta fatale. Si manifesta con un’improvvisa perdita di coscienza, talvolta preceduta da sintomatologia acuta (dolore al petto, palpitazioni etc.). Oltre alla perdita di coscienza l’arresto cardiaco improvviso comporta un arresto dell’attività cardiorespiratoria indispensabile per mantenere in vita l’organismo. Se non lo si soccorre in pochi minuti e in modo adeguato, l’esito è infausto.
In caso di arresto cardiaco, l’obiettivo principale del soccorritore dovrà essere quello di collegare quanto prima un defibrillatore semi-automatico esterno (DAE) al paziente. In attesa del defibrillatore, inoltre, dovranno essere iniziate opportune manovre di Rianimazione Cardio-Polmonare (massaggio cardiaco e ventilazioni) per tenere ossigenati il più possibile il cervello e gli altri organi vitali del paziente.
Per scongiurare la morte cardiaca improvvisa, è fondamentale attivare quanto prima la cosiddetta “Catena della Sopravvivenza”, il cui obiettivo è, per l’appunto, garantire tempestivamente un primo soccorso efficace, in attesa dell’intervento del personale sanitario del 118. Il defibrillatore rappresenta il miglior dispositivo da avere a disposizione per far fronte ad un arresto cardiaco.
Defibrillare entro 3-5 minuti dall’inizio dell’arresto cardiaco può aumentare la sopravvivenza fino al 50-70%. La defibrillazione precoce può essere ottenuta dai soccorritori mediante l’utilizzo di defibrillatori di accesso pubblico o presenti negli ambienti di lavoro. I programmi di accesso pubblico alla defibrillazione (public access defibrillation–PAD) dovrebbero essere attivamente implementati nei luoghi pubblici con una elevata densità di persone.



FACILE DA USARE

Il DAE è definito così perché necessita solamente di pochi interventi manuali da parte dell’operatore: il posizionamento degli elettrodi e l’erogazione della scarica.
La caratteristica principale di un DAE è la semplicità di utilizzo anche per i “laici”, ovvero il personale non sanitario (che comunque deve aver svolto un corso specifico per poterlo utilizzare) ed è sicuro, affidabile ed efficace.
Tutte le operazioni sono semplificate al massimo. Il defibrillatore infatti guida il soccorritore con istruzioni vocali, attraverso le varie fasi della procedura. L'apparecchio risparmia a chi lo usa ogni decisione di carattere medico dandogli delle chiare indicazioni acustiche. È in grado di riconoscere se gli elettrodi sono applicati correttamente, analizza il ritmo cardiaco e pone la diagnosi. Solo in presenza di aritmie potenzialmente letali l'apparecchio ordina di provocare la scarica elettrica.

COME SI UTILIZZA IL DEFIBRILLATORE

I DAE sono sicuri ed efficaci quando utilizzati da non sanitari con formazione minima o nulla.  I DAE fanno sì che la defibrillazione venga effettuata molti minuti prima che arrivi il soccorso professionale. Per usare un defibrillatore occorre accenderlo premendo l’apposito pulsante, estrarre gli elettrodi dal loro contenitore e posizionarli sul petto nudo del paziente come illustrato sugli elettrodi stessi. L’ottimale sarebbe eseguire queste operazioni mentre qualcun’altro continua ad eseguire la rianimazione cardiopolmonare (cioè massaggio cardiaco e ventilazioni).
Il defibrillatore a questo punto analizzerà il ritmo cardiaco del paziente. Mentre il dispositivo esegue questa analisi, è necessario che nessuno tocchi il paziente per evitare artefatti. Sarà il DAE stesso a determinare se il ritmo è defibrillatile o meno. Qualora il DAE consigliasse la scarica, occorrerà premere il tasto per il rilascio della scarica stessa. Durante la fase di scarica è necessario assicurarsi che nessuno tocchi il paziente, ma non perché si potrebbe subire danni, ma solo perché toccare il paziente “sottrarrebbe” energia utile alla persona in arresto cardiaco.
Una volta che la scossa è stata erogata, occorrerà continuare con la rianimazione cardiopolmonare finché il paziente non darà segni di vita oppure finché il DAE non procederà ad analizzare nuovamente il ritmo.

Se il defibrillatore dirà che la seconda scossa non è necessaria, non occorre premere il bottone dello shock. In questo caso è importante non rimuovere gli elettrodi dal petto del paziente e continuare con rianimazione cardiopolmonare finché non arriveranno i soccorsi.

I soccorritori dovrebbero continuare la rianimazione cardiopolmonare con minime interruzioni delle compressioni toraciche mentre viene applicato un DAE e durante il suo uso. I soccorritori dovrebbero concentrarsi sui comandi vocali eseguendoli appena ricevuti, in particolare, ricominciando la rianimazione cardiopolmonare  quanto prima, e riducendo al minimo le interruzioni delle compressioni toraciche. I DAE standard sono adatti per bambini di età superiore agli otto anni. Per i bambini di 1-8 anni dovrebbero essere utilizzate le piastre pediatriche, associate ad un attenuatore di corrente o in modalità pediatrica se disponibile.

RICORDA CHE IN CASO DI ARRESTO CARDIACO

Le azioni sequenziali da mettere in pratica a seguito di un arresto cardiaco sono le seguenti:

  • Riconoscere una situazione di emergenza e allertare i soccorsi: in caso di arresto cardiocircolatorio, allertare il servizio d’emergenza è la prima cosa di cui occuparsi. In questo modo, un operatore del 118 potrà inviare sul posto le risorse idonee e necessarie a soccorrere adeguatamente il paziente in oggetto.
  • Rianimazione cardiopolmonare precoce: procedura mediante la quale le funzioni di base della circolazione sanguigna e  dell’ossigenazione  possono  essere mantenute (per  breve tempo) in modo da supportare il muscolo cardiaco e il Sistema Nervoso Centrale in attesa di un trattamento definitivo che ristabilisca nel paziente un battito cardiaco normale.
  • Defibrillazione precoce: le aritmie ventricolari “maligne”, responsabili dell’80-90% dei casi di arresto cardiaco, possono essere convertite in un ritmo cardiaco corretto solo mediante uno shock elettrico al cuore erogato da un defibrillatore. È di vitale importanza, quindi, avere a portata di mano un defibrillatore con cui poter soccorrere tempestivamente il paziente.

Lo schema delle operazioni è denominato “catena della sopravvivenza” ed è riportato qui sotto:

COME ESEGUIRE UNA RIANIMAZIONE CARDIOPOLMONARE EFFICACE

La rianimazione cardiopolmonare (RCP) deve essere effettuata quando il soggetto non è cosciente e non respira. Per valutare lo stato di coscienza scuotete delicatamente la vittima per le spalle e chiamatela ripetutamente. Se la persona non si muove, non parla, non sbatte le palpebre o non reagisce, è incosciente. A questo punto osservate il torace della vittima per almeno 5 secondi ma non più di 10 per vedere se il soggetto respira. Se non respira, ha bisogno della rianimazione cardiopolmonare. La rianimazione cardiopolmonare va eseguita su una superficie piana e rigida. E’ composta da due componenti fondamentali: compressioni e ventilazioni. Lo schema da seguire è il seguente:

  • Liberate il torace dagli indumenti
  • Posizionate il palmo di una mano al centro del torace della vittima (ossia sulla metà inferiore dello sterno); posizionate il palmo dell’altra mano sopra la prima. Intrecciate le dita delle mani e assicuratevi che non si applichi pressione sulle coste della vittima. Tenete le braccia dritte.
  • Posizionati verticalmente sul torace della vittima, premete verso il basso per circa 5 cm (ma senza superare i 6 cm). Dopo ogni compressione, rilasciate del tutto la pressione sul torace senza perdere il contatto tra le vs. mani e lo sterno. Eseguite 30 compressioni a una frequenza di 100-120 compressioni al minuto
  • Dopo 30 compressioni, posizionate la mano sulla fronte della vittima ed estendete delicatamente la sua testa all’indietro; con i polpastrelli posizionati sotto l’estremità del mento della vittima, sollevatelo per aprire le vie aeree; chiudete le narici con l’indice e il pollice della mano poggiata sulla fronte
  • Prendete un respiro normale e posizionate le labbra attorno a quelle della vittima, assicurandovi di avere una buona aderenza. Soffiate in modo lento e graduale nella bocca controllando contemporaneamente l’escursione del torace per circa 1 secondo come in un respiro normale; questa è una ventilazione efficace
  • Mantenendo l’iperestensione del capo ed il sollevamento del mento, staccate la bocca da quella della vittima ed osservate che il torace si abbassi durante l’espirazione
  • Prendete un altro respiro normale e soffiate nella bocca della vittima una volta ancora, per un totale di due ventilazioni efficaci.

 

Ripetete lo schema composto da 30 compressioni e 2 ventilazioni fino a quando non arrivano i soccorsi, oppure il soggetto mostra nuovamente segni di circolo (movimenti, tosse, respiro) oppure fino ad esaurimento muscolare del soccorritore.

Lo schema della rianimazione cardiopolmonare efficace è riportato qui sotto:

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