LE VACCINAZIONI
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LE VACCINAZIONI


CHE COSA SONO I VACCINI

I vaccini sono preparati biologici costituiti da microrganismi uccisi o attenuati, oppure da alcuni loro componenti che, una volta somministrati, simulano il primo contatto con l’agente infettivo evocando una risposta immunologica da parte del nostro sistema immunitario simile a quella causata dall’infezione naturale, senza però causare la malattia e le sue complicanze.
Il principio alla base di questo meccanismo è la memoria immunologica, cioè la capacità del sistema immunitario di ricordare quali microrganismi estranei hanno attaccato il nostro organismo in passato e di rispondere velocemente.

PERCHE' VACCINARSI

Le vaccinazioni ci proteggono da malattie gravi e potenzialmente mortali e costituiscono uno dei più potenti strumenti di prevenzione a disposizione della sanità pubblica: è soprattutto grazie alla vaccinazione che nel 1980 il vaiolo è stato dichiarato eradicato a livello mondiale e che la poliomielite è in via di eliminazione. Inoltre, per le malattie che si trasmettono da persona a persona, le vaccinazioni non solo proteggono noi stessi, ma anche le persone che non possono essere vaccinate (perché non ancora in età raccomandata, perché non rispondono alla vaccinazione o perché presentano controindicazioni). Questo avviene grazie alla cosiddetta immunità di gregge per cui, se la percentuale di individui vaccinati all’interno di una popolazione si mantiene elevata nel tempo, si riduce la possibilità che le persone non vaccinate (o su cui la vaccinazione non è efficace) entrino in contatto con l’agente responsabile della malattia e, di conseguenza, si riduce la trasmissione della malattia stessa.
In Italia il Piano nazionale prevenzione vaccinale approvato in Conferenza Stato-Regioni il 19 gennaio 2017 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 febbraio 2017, costituisce il documento di riferimento in cui si riconosce, come priorità di sanità pubblica, la riduzione o l’eliminazione del carico delle malattie infettive prevenibili da vaccino, attraverso l’individuazione di strategie efficaci e omogenee da implementare sull’intero territorio nazionale.

Sono offerte gratuitamente e attivamente dal Servizio sanitario nazionale (SSN) le seguenti vaccinazioni:
Anti-difterica, Anti-poliomielite, Anti-tetanica, Anti-epatite virale B, Anti-pertosse, Anti-Haemophilus influenzae tipo b, Anti-meningococcica B, Anti-rotavirus, Anti-pneumococcica, Anti-meningococcica C, Anti-varicella, Anti-morbillo, Anti-parotite, Anti-rosolia, Anti-HPV per le ragazze e i ragazzi (2 dosi nel corso del 12° anno di vita), Anti-meningococcica tetravalente ACWY.
Tutte le vaccinazioni vengono annotate sul libretto vaccinale, che ogni cittadino possiede in forma cartacea o digitalizzata.

 

E' UTILE SAPERE CHE

Nonostante la vaccinazione sia per definizione un intervento di prevenzione che quindi va effettuato prima dell’esposizione all’agente infettivo, in alcuni casi può essere utilizzata anche a esposizione avvenuta (questo prende il nome di “profilassi post esposizione”).
Un esempio è la vaccinazione contro la rabbia, effettuata a quelle persone che siano state morse o siano entrate in contatto con un animale rabbico (la vaccinazione è utile in questo caso perché il virus della rabbia ha bisogno di un certo tempo per raggiungere il sistema nervoso e causare i sintomi della malattia, tempo sufficiente al vaccino per evocare una risposta immunitaria che elimina il virus prima che la malattia si manifesti).
Anche le vaccinazioni contro morbillo e varicella possono essere efficaci dopo l’esposizione all’infezione: il vaccino contro il morbillo infatti, se somministrato entro 72 ore dall’esposizione, può prevenire la malattia o ridurre la gravità dei sintomi. Per quanto riguarda la varicella, gli studi finora condotti indicano che la vaccinazione sino a 5 giorni dopo l’esposizione al virus è utile per prevenire la malattia o ridurne la gravità.


VACCINI E LAVORO

La Legge n. 292 del 5 marzo 1963 ha reso obbligatoria la vaccinazione antitetanica per le seguenti categorie di lavoratori dei due sessi più esposti ai rischi dell'infezione tetanica:
lavoratori agricoli, pastori, allevatori di bestiame, stallieri, fantini, conciatori, sorveglianti e addetti ai lavori di sistemazione e preparazione delle piste negli ippodromi, spazzini, cantonieri, stradini, sterratori, minatori, fornaciai, operai e manovali addetti alla edilizia, operai e manovali delle ferrovie, asfaltisti, straccivendoli, operai addetti alla manipolazione delle immondizie, operai addetti alla fabbricazione della carta e dei cartoni, lavoratori del legno, metallurgici e metalmeccanici.

Inoltre, l’art.2087 c.c. stabilisce che l’imprenditore è tenuto ad adottare, nell’esercizio dell’impresa, le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro.
Quindi anche nei luoghi di lavoro dove sia presente un rischio biologico specifico, i vaccini possono essere considerati come una delle misure di protezione necessarie per la tutela della salute dei lavoratori. 
Questo perché alcune categorie professionali che lavorano a contatto con soggetti e/o con materiali potenzialmente infetti sono a rischio di esposizione a malattie infettive prevenibili con vaccinazione. Per tali categorie professionali, programmi di vaccinazione ben impostati possono ridurre in modo sostanziale i rischi, sia di acquisire pericolose infezioni occupazionali, sia di trasmettere patogeni ad altri lavoratori e soggetti con cui i lavoratori possono entrare in contatto (ad esempio bambini nelle scuole o pazienti nelle strutture sanitarie).

Le vaccinazioni per le categorie professionali a rischio sono raccomandate e gratuite.

 

 

 

CHE COSA E' IL TETANO

Il tetano è una grave malattia infettiva caratterizzata da spasmi muscolari violenti e dolorosi, causata dall'azione di una tossina (tossina tetanica) prodotta da batteri (clostridi del tetano) che vivono nel suolo o nell'intestino degli animali. L'infezione deriva spesso da una ferita contaminata, anche banale, che si verifica in una persona non adeguatamente vaccinata.
Perciò il rischio tetano può essere considerato quotidiano in una persona non vaccinata. Non si trasmette da persona a persona.
Il periodo di incubazione può variare da 3 a 21 giorni, ma è mediamente di 8 giorni; la sua durata è condizionata dal tipo, dall'estensione e dalla localizzazione della ferita.

Esistono diverse forme di tetano: generalizzata, localizzata e cefalica.

La forma generalizzata è caratterizzata da violente contrazioni muscolari, chiamate spasmi, che iniziano di solito dal capo, e progrediscono poi verso il tronco e gli arti. Altri sintomi comprendono febbre, sudorazione, tachicardia, alterazioni della pressione arteriosa. Il paziente rimane conscio e gli spasmi muscolari, provocati da stimoli anche minimi, causano dolore.
La forma localizzata si manifesta con spasmi circoscritti all'area intorno alla ferita. La forma cefalica si verifica invece in seguito all'infezione di ferite della testa o del collo e coinvolge i nervi del cranio. La forma localizzata e la forma cefalica possono precedere la forma generalizzata.

La malattia si previene con la vaccinazione.

Il vaccino contro il tetano contiene la tossina del tetano inattivata, incapace cioè di esercitare il proprio effetto nocivo ma in grado di stimolare la risposta immunitaria contro di essa. È generalmente combinato con il vaccino contro la difterite e il vaccino acellulare contro la pertosse. Il vaccino viene somministrato con un'iniezione intramuscolare.
In Italia la vaccinazione contro il tetano è offerta a tutti i nuovi nati e prevede la somministrazione di 3 dosi di vaccino.
Per gli adulti che non sono vaccinati è previsto un ciclo di 3 dosi. Le prime 2 dosi devono essere somministrate a distanza di almeno 4 settimane l'una dall'altra e la terza dose 6-12 mesi dopo la seconda. Successivamente sono raccomandati richiami ogni 10 anni, preferibilmente in associazione con il vaccino contro la difterite e la pertosse. Possono essere vaccinate anche le donne in gravidanza.

 

 

COSA FARE IN CASO DI FERITE

Dopo il completamento del ciclo vaccinale, il vaccino è altamente efficace (quasi 100%) nel prevenire l'infezione.
La protezione declina con il passare del tempo per cui è necessario eseguire i richiami decennali.
E’ importante però ricordare che nelle ferite cosiddette "contaminate" (avvenute a contatto con il suolo, di una certa gravità, oppure da oggetti appuntiti) è necessario verificare la protezione contro il tetano.
Può essere necessario somministrare oltre la vaccinazione, anche una dose di immunoglobuline contro il tetano a seconda dei casi (ad esempio nei soggetti che hanno effettuato l’ultimo richiamo per il tetano da più di 10 anni).

 

 

 


 

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